lunedì 21 novembre 2011
Come va la vita?
domenica 22 marzo 2009
Da Butterfly Arc ad Esapolis
martedì 17 marzo 2009
Oggi vento variopinto e un mare di farfalle
Venerdì 13 marzo siamo andati a Padova per concludere il progetto di allevamento dei Bombyx Mori. Come prima attività abbiamo visitato la Casa delle Farfalle di Montegrotto. Per iniziare abbiamo guardato un breve documentario sulla vita dei lepidotteri che vivono al Butterfly Arc. Poi la nostra guida ci ha mostrato degli esemplari di farfalle per aiutarci a riconoscerle, per spiegare il mimetismo, per scoprire la differenza tra farfalle e falene e per capire perché sono così variopinte e anche come mai sembra che abbiano dei grandi occhi sulle ali. Nella prima serra c’erano le farfalle Idea, Morpho e la farfalla Gufo o Civetta. Questi lepidotteri si cibano delle sostanze zuccherine contenute nelle banane e nelle arance. La guida ci ha anche mostrato delle ninfee di plastica sulle quali si posavano le farfalle. Come mai? Sui fiori finti era stata spruzzata una soluzione di acqua e zucchero. Le farfalle non erano intimorite dalla nostra presenza, anzi qualcuna si posava sulle nostre maglie. Abbiamo notato che preferivano i colori chiari e purtroppo chi aveva vestiti scuri non ha avuto questa fortuna. Al Butterfly Arc non ci sono solo farfalle, ma anche altri insetti come le formiche taglia-foglie. Queste formiche tagliano le foglie con le loro robuste mandibole e le trasportano nel nido. Al contrario dei Bombyx Mori, questi insetti non le mangiano ma le conservano per farci crescere un fungo di cui si cibano. C’erano anche iguane, draghi barbuti, pappagalli, rane e cimici assassine. I draghi barbuti assomigliano a delle iguane e hanno una barba che diventa nera quando si arrabbiano; in realtà non è una barba vera ma dei cornetti spinosi che sporgono dal mento. Abbiamo anche avuto la fortuna di poterli accarezzare e ci siamo accorti che quei cornetti erano piuttosto morbidi. Durante la visita abbiamo imparato molte cose sui lepidotteri; per esempio, volete sapere qual è la principale differenza fra farfalle e falene? Sappiamo già che le prime volano di giorno e le seconde di notte; sappiamo anche che quelle diurne sono variopinte e quelle notturne hanno colori poco appariscenti, ma non sapevamo che le falene non hanno la spiritromba e che quindi durante la loro brevissima vita da adulti non si alimentano. Se le falene hanno una vita breve, le farfalle diurne vivono poco di più: al massimo un mese, tranne quelle che devono superare l’inverno e arrivano alla primavera successiva quando deporranno le uova. Il mimetismo delle farfalle è una cosa molto interessante; una di queste quando ha le ali chiuse assomiglia ad una foglia secca, mentre quando vola via appare un bellissimo insetto. Anche gli occhi sulle ali servono a difendersi dai predatori, infatti un uccello che vede questa farfalla la scambia per un rapace e l’insetto è salvo. Ci sono farfalle che usano i colori come avvertimento; infatti sono tossiche e il predatore che le mangia si prende il mal di pancia e la prossima volta che incontrerà un lepidottero con quei colori eviterà di mangiarlo. Un’altra farfalla ha due appendici sulle ali; i predatori scambiano un’appendice per il capo, la staccano, ma la farfalla è salva. Questo trucco però funziona al massimo due volte!
Al museo Esapolis abbiamo dovuto lavorare duramente! Due guide ci hanno condotti in un laboratorio dove sui tavoloni c’erano degli strumenti per srotolare la seta dai bozzoli. In precedenza i bozzoli erano stati messi in acqua bollente per sciogliere la sericina, quella colla che il bruco aveva usato per incollare insieme i fili di seta.Questo lavoro è stato piuttosto impegnativo perché era difficile trovare il capofilo e il filo era molto sottile e a qualcuno si rompeva spesso. Alla fine però ciascuno di noi è riuscito a portarsi a casa una matassina di seta morbida e lucente. Chi è riuscito a finire di svolgere tutto il bozzolo ha trovato una sorpresa! Una cosa piccola, marrone e di forma allungata: era la crisalide. Peccato che era stata uccisa per salvare il filo di seta.Dopo questo laboratorio un’altra guida ci ha fatto visitare il museo. Qui in una vetrina erano esposti i bachi vittime di tutte le malattie; c’era perfino un bozzolo viola. Forse quel bruco aveva la “prugnite” perché invece di cibarsi di foglie di gelso aveva mangiato quelle delle prugne.In un’altra sezione del museo abbiamo scoperto che i bachi non sono gli unici animali che producono la seta; ci sono anche certi molluschi e i ragni.Nelle vetrine del museo erano esposti moltissimi vasi contenenti bozzoli di tutte le misure e colori; la guida ci ha informati che, al contrario di quello che si credeva una volta, la seta più pregiata non si ricava dai bozzoli colorati ma da quelli bianchi.In un’apposita sezione del museo, c’erano anche alcune stanze dedicate alle api. Questi insetti sono importanti perché ci forniscono molti prodotti che utilizziamo ogni giorno. Il miele è un ottimo dolcificante; la propoli è un disinfettante naturale; la cera si utilizza per fabbricare candele e per lucidare il legno; la pappa reale è un ottimo ricostituente inoltre le api raccolgono anche la melata che è una sostanza zuccherina prodotta dalle piante.Come le farfalle, anche le api riconoscono i colori; temono il nero e il marrone e la guida ci consigliava di non avvicinarci a questi insetti con vestiti scuri, di vestirci possibilmente di bianco o di giallo perché calmano le api. Infatti le tute che gli apicoltori usano per lavorare intorno all’alveare sono gialle o bianche.Intorno al museo c’era un frutteto; erano centinaia di gelsi (Morus alba e Morus nigra) che servono per nutrire i bachi allevati al museo e all’Istituto per la bachicoltura di Padova. Non sono piante alte come le nostre, arrivano al massimo a due metri e sono state selezionate così piccole per rendere più facile la raccolta delle foglie. Con la visita al Butterfly Arc e a Esapolis abbiamo concluso il progetto di allevamento del baco da seta iniziato a settembre dello scorso anno.mercoledì 25 febbraio 2009
Bachi in tutto il Trentino!
Abbiamo trovato delle pagine molto interessanti sul calendario pubblicato dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina
Il titolo del calendario è: Amici animali nella memoria e nel quotidiano narrate dagli anziani residenti in R.S.A.
Vi riportiamo alcuni brani.
"Nei paesi tutte le famiglie avevano delle bestie: cavalli, capre, mucche, vitelli, buoi, galline, asini, pecore, maiali, conigli, cani, gatti, uccelli, ma anche topi, pulci e pidocchi." (Nonno di Gabbiolo)
"Le bestie si chiamavano per nome perchè erano parte della famiglia e nasceva un affetto verso di loro che non so spiegarmi. Credo che spesso non si provi questo sentimento forte nemmeno per le persone" (Lucia- Cavedine).
"Nella mia vita non ho avuto molte esperienze con gli animali, della mia infanzia ricordo soprattutto che c'era molta miseria e che il pensiero principale era cercare di mettere insieme il pranzo con la cena; gli animali avevano solo lo scopo di trasformarsi in pietanza" (Silvano - Levico).
Dal calendario alla pagina di MAGGIO:
Pergine
70 kg (lordi) di bozzoli. E' interessante notare come la quantità
di uova acquistate in primavera dipendeva dal numero dei gelsi
posseduti dalla famiglia, ne servivano infatti dieci per alimentare
i bruchi nati da un'oncia di uova. Un'oncia consisteva in circa 30
grammi e il costo si aggirava sulle 30 lire.
Levico
Le famiglie dei contadini che abitavano al maso Rosso, a Barco, non
riuscivano mai aportare i bachi a maturazione, morivano prima
dell' ultima “muta”. Furono consultati anche alcuni esperti, venuti
apposta da Trento, purtroppo il responso fu che la loro
casa non era adatta, i locali erano malsani, troppo umidi
per i cavaleri. Quanto lavoro per niente avevano fatto!
giovedì 8 gennaio 2009
Oggi un mare di farfalle
domenica 21 dicembre 2008
Interrogativi
Che cosa vedete in questa fotogrfia? In particolare, osservate bene il più piccolo dei tre "oggetti": che cosa è?
Ricordo che per osservare meglio è possibile ingrandire l'immagine facendo doppio clic su di essa.
venerdì 19 dicembre 2008
Oggi vento di vacanze e mare agitato
Caro diario, oggi sono nate altre due farfalle, ma le femmine nate ieri non hanno ancora deposto le uova. Aspettiamo e, al ritorno dalle vacanze, si vedrà. Intanto abbiamo rilevato le misure antropometriche di alcune larve e bozzoli.
Lunghezza media di 12 larve all'età di 38 giorni: 5,6 cm. Massimo 6,5 cm e minimo 5 cm.
Peso medio di 12 larve: 2, 39 g. Massimo 3,6g e minimo 1,48g.
Lunghezza media di 10 bozzoli: 2,19 cm. Massimo 2,5 cm e minimo 1,3 cm.
Peso medio di 10 bozzoli: 0,911g. Massimo 1,31g e minimo 0,63g.
Per le rilevazioni abbiamo utilizzato una bilancia molto precisa e sensibile (e molto costosa).
giovedì 18 dicembre 2008
Oggi mare di successo e vento in poppa!
Caro diario, questa mattina la maestra, appena entrata in classe, ha dato un'occhiata ai bachi e ha notato una grande novità: tre bozzoli erano bucati ad un'estremità. Simone è accorso e ha subito visto due farfalle che si accoppiavano, mentre la terza era sotto la mensola. Ci aspettavamo farfalle dello stesso colore del bozzolo, invece sono tutte écru. La femmina ha l'addome rigonfio, forse perchè contiene qualche centinaio di uova, e si muove poco. Il maschio invece ogni tanto fa vibrare velocemente le ali e ha un addome più snello.
Non sono belle farfalle! Sono molto pelose e hanno delle enormi antenne che sembrano orecchie di pipistrelli o grossi pettini.
Che cosa è rimasto della vecchia larva nella giovane farfalla? Anche l'addome della farfalla sembra diviso in segmenti. Sono scomparse le zampe addominali, ma sono rimaste le 6 zampe toraciche. Il corpo è diviso in capo, torace e addome, come nella larva. Tutto il resto si è profondamente modificato!
martedì 16 dicembre 2008
Oggi mare affollato (di bozzoli)
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